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Recensione Oppo Reno 14 5G

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Ho avuto modo di provare il nuovo OPPO Reno 14 grazie all’iniziativa Testa e Resta, e devo dire che si è rivelato un compagno di viaggio più che interessante. Non sono un recensore tecnico, ma un creativo alla ricerca di uno smartphone che funzioni bene nella vita di tutti i giorni e che supporti la creatività e lo sviluppo di idee.

Ecco le mie impressioni, oneste e dirette.

Parto dal design, perché è la prima cosa che mi ha colpito: la versione Luminous Green è davvero elegante. Lo schermo piatto, senza bordi curvi, lo rende comodo e gli dona quel look “a mattoncino” che apprezzo particolarmente. La cover posteriore in vetro opaco (dettaglio che amo) ha una texture particolare, vellutata e quasi gommata che offre un grip eccellente e che non trattiene le impronte, davvero promosso.

Lo schermo AMOLED è piacevole da guardare, con colori intensi e fedeli, anche se in condizioni di sole diretto ho notato che fatica un po'. Una piacevole sorpresa è stata anche la reattività del touch: risponde senza problemi anche con gocce d’acqua sullo schermo, un dettaglio banale ma che ho trovato utilissimo nell’uso quotidiano.

Passando alle funzioni smart e all’intelligenza artificiale, ho riscontrato sia pregi che difetti. La barra laterale intelligente permette di accedere alle opzioni AI in base al contesto – per esempio, in una chat di WhatsApp propone risposte automatizzate e che funzionano discretamente.

Peccato invece per il “cassetto mentale” Mindspace, al momento inutilizzabile in italiano: si riduce a un semplice contenitore di screenshot. Spero vivamente in un aggiornamento futuro.

Dove l’AI dà il meglio di sé è nella fotocamera. La rimozione di oggetti o persone e la ricomposizione degli scatti funzionano in modo molto convincente e le funzioni di rimessa a fuoco e rimozione dei riflessi danno buoni risultati. L’obbiettivo principale e il tele, entrambi da 50MP, lavorano egregiamente anche in condizioni di luce scarsa, e mantengono fedeli i colori. Lo zoom digitale, supportato dall’AI, ricostruisce le immagini in modo dignitoso. A volte l’elaborazione è un po’ invasiva, ma si può disattivare per uno scatto più naturale.

Deludente, invece, il grandangolare da 8MP: le foto sono accettabili, ma in genere ha bisogno di molta luce.

La stabilizzazione video è buona. I video in 4K a 60 fps dall’obbiettivo principale e dal tele sono nitidi e fluidi, lo zoom l’ho trovato morbido e l’autofocus funziona bene. Peccato per il grandangolare limitato al Full HD 1080p a 30 fps, la differenza si sente.

L’audio stereo è potente e chiaro, con un bilanciamento che trovo equilibrato e piacevole, senza eccessive enfasi sui bassi come ho visto accadere su altri dispositivi che mi sono capitati tra le mani.

Lato batteria mi sono trovato bene (vengo da un Reno 8 che comunque reggeva discretamente), dura a lungo e non scalda troppo. La mancanza della ricarica wireless la ritengo un contro, ma alla fine non mi ha pesato più di tanto vista la velocità della SuperVOOC. Resta invece il disappunto per l’assenza del caricatore in confezione: dentro la scatola è presente solo il cavo USB. È vero, è una scelta comune, ma resta un limite, specie se il caricatore che si ha già in casa non supporta i 80W necessari per la ricarica ultrarapida.

In conclusione, l’OPPO Reno14 è uno smartphone che punta molto su design e funzionalità AI (anche se alcune non ancora ottimizzate per l’Italia) ed è un telefono bilanciato, con un design che adoro, una fotocamera versatile e un’autonomia invidiabile. I difetti ci sono, ma non oscurano i molti pregi che, secondo me, lo rendono un ottimo compagno di lavoro e di svago.

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